GLI ALBURNI

Il nome Alburni deriva dal termine latino albus, che significa bianco, così denominati per la presenza di bianche rocce di origine calcarea che ne caratterizzano l’aspetto. Tale origine carsica ha contribuito alla formazione di circa duemila grotte e cavità, rilevanti sono quelle di Castelcivita e di Auletta-Pertosa. In questo ambiente incontaminato, ricco di flora e fauna, troviamo antichi centri medievali, castelli e abbazie.
Gli Alburni sono il biglietto da visita, per chi proviene da nord, dall’autostrada SA-RC, e la porta d’ingresso del Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano: insieme al Cervati, sono la parte più selvaggia e incontaminata, ove è possibile avvistare lepri, tassi, trovare tracce dei pochi lupi appenninici e sentire il battito ritmato del raro picchio nero.
Negli Alburni, ricchi di immense faggete, di conche verdeggianti dove pascolano allo stato brado mandrie di bovini e di cavalli, esistono ancora tradizioni secolari lega­te ai cicli naturali che rendono particolari le produzioni locali. Gli Albur­ni posseggo­no caratteristiche climatiche ed ambientali tali da rendere altamente qua­lificato e genuino tutto quanto viene prodotto e lavorato sulle terre: il vino, l'olio, il pecorino, la mozzarella, il caciocavallo, il miele, le casta­gne, i fagioli, le fragoline di bosco, ecc.