Corleto Monforte è una ridente e pittoresca cittadina del salernitano, collocata all’interno del Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni, situata su un imponente bastione roccioso. La conformazione stessa del borgo lo rende davvero unico, in quanto visto da nord-ovest ricorda una nave pronta alla partenza, la cui prua è individuabile nella località Capo delle armi, mentre la poppa nella località Sciuvolo. Il paese sorge a 683 metri sul livello del mare ed ha una superficie di 5973,21 ettari.
Secondo la tradizione, Corleto è stata fondata dai Lucani tra il 600 e il 550 a.C. e deve la sua particolare posizione alla necessità di avere una visuale completa della valle del Fasanella. Si ritiene che i lucani, dopo aver assoggettato i vicini insediamenti greci di Montepruno e Phasis vi abbiano inserito Corleto Monforte per poterli dominare.
Nel libro Cenni storici di Corleto Monforte, Francesco Torre scrive che la prima denominazione data a Corleto fu Cornito che in seguito diventò Corneto. Alcuni sostengono che Cornito, o Corneto, derivasse dal latino Cor Nitidum che significa florido, fiorente, rigoglioso; altri, invece, ritengono che il suo territorio era ricco di animali cornuti; altri, infine, ritengono che il paese fu detto Cornito, da Cornus Arbor, in quanto vi erano delle selve di alberi corniole. L’ultima versione sembra quella più plausibile poiché i primitivi lucani erano soliti dare ai paesi il nome della natura del luogo ove li edificavano. Corleto era anche il luogo in cui vi era il castra cornutum, alloggiamento dei Cornuti, soldati che portavano un piccolo corno. Dopo il 1400 Corneto fu cambiato in Corleto da Cor Laetum perché i Corletani di cuore allegro e prova di ciò è il fatto che Corleto ha per emblema il cuore. Dal 1811 al 1860 ha fatto parte del circondariato di Sant’Angelo a Fasanella, appartenente al distretto di Campagna del Regno delle Due Sicilie. A far sì che Corleto venisse distinto dagli altri paesi omonimi si aggiunse la frase a Fasanella. Il 30 giugno 1862 in seguito ad una disposizione ministeriale, il consiglio comunale di Corleto, sostituiva alla frase a Fasanella la parola Monforte.
Secondo la tradizione, Corleto è stata fondata dai Lucani tra il 600 e il 550 a.C. e deve la sua particolare posizione alla necessità di avere una visuale completa della valle del Fasanella. Si ritiene che i lucani, dopo aver assoggettato i vicini insediamenti greci di Montepruno e Phasis vi abbiano inserito Corleto Monforte per poterli dominare.
Nel libro Cenni storici di Corleto Monforte, Francesco Torre scrive che la prima denominazione data a Corleto fu Cornito che in seguito diventò Corneto. Alcuni sostengono che Cornito, o Corneto, derivasse dal latino Cor Nitidum che significa florido, fiorente, rigoglioso; altri, invece, ritengono che il suo territorio era ricco di animali cornuti; altri, infine, ritengono che il paese fu detto Cornito, da Cornus Arbor, in quanto vi erano delle selve di alberi corniole. L’ultima versione sembra quella più plausibile poiché i primitivi lucani erano soliti dare ai paesi il nome della natura del luogo ove li edificavano. Corleto era anche il luogo in cui vi era il castra cornutum, alloggiamento dei Cornuti, soldati che portavano un piccolo corno. Dopo il 1400 Corneto fu cambiato in Corleto da Cor Laetum perché i Corletani di cuore allegro e prova di ciò è il fatto che Corleto ha per emblema il cuore. Dal 1811 al 1860 ha fatto parte del circondariato di Sant’Angelo a Fasanella, appartenente al distretto di Campagna del Regno delle Due Sicilie. A far sì che Corleto venisse distinto dagli altri paesi omonimi si aggiunse la frase a Fasanella. Il 30 giugno 1862 in seguito ad una disposizione ministeriale, il consiglio comunale di Corleto, sostituiva alla frase a Fasanella la parola Monforte.
Corleto è il più antico comune della zona, ricco di storia e ha la fortuna di possedere un patrimonio storico-artistico che si snoda dalla località Sciuvolo fino a Capo delle armi per una lunghezza di oltre 1100 metri. Caratteristico è il centro storico con le sue vie strette. Durante l’XI secolo, il paese fu cinto da alte e robuste mura, delle quali ancora oggi si vedono numerosi ruderi. Qui sorgono gli affascinanti edifici religiosi: la Chiesa di Santa Barbara, la Chiesa di San Giovanni, la Chiesa di San Teodoro e la Cappella del SS. Rosario.
Il più grande patrimonio del paese è dato dai suoi monti. I monti offrono grandi risorse sia dal punto di vista economico che dal punto di vista turistico. Come su indicato, il territorio di Corleto era coperto da grandi foreste. Gli scrittori greci riferiscono che l’aspetto di questa regione era imponente per i maestosi ed annosi boschi che vi si elevavano. Abbondanti erano i pascoli, per cui i primitivi Corletani si dedicarono alla pastorizia, che fu di occupazione prevalente della popolazione.
Corleto ha un bosco che rappresenta una grande area forestale situata sulla parte sud-occidentale dei Monti Alburni e che tocca il Passo della Sentinella, al confine con San Rufo. È costituito da alberi di faggi, di abeti, di elci e di castagni e forestalmente congiunto con l’area di Pruno. Vi sono tra le abetaie posti incantevoli